Archivi categoria: Formazione

Un nuovo inizio

La convenzione dei nostri calendari ci mette nella condizione di un nuovo inizio, di un nuovo anno, di un nuovo tempo. Possiamo solo scegliere di incominciare, e di farlo con la pazienza che ci ha insegnato Gesù: egli ha passato infatti trent’anni di quotidianità per poter vivere solo tre anni di vita pubblica.
Ogni inizio ha bisogno di coraggio, ma ha bisogno anche di pazienza. Abbiamo dalla nostra parte però una cosa importante: Gesù venendo al mondo ci ha donato un punto verso cui tutta la storia si muove e si ricapitola. È questa la nostra forza: avere una meta.
don Luigi Maria Epicoco

II Festival dell’accoglienza


È in programma a Torino dal 9 settembre al 27 ottobre 2022 la seconda edizione del «Festival dell’Accoglienza», organizzato in collaborazione con l’Ufficio Missionario dell’Arcidiocesi, sui temi legati all’incontro, al confronto e all’integrazione dei migranti che vengono a vivere nelle nostre città, per costruire insieme una nuova comunità.
La fitta agenda del Festival prevede 49 appuntamenti in 25 sedi sulle questioni sociali, etiche, legali e culturali; spettacoli teatrali e musicali, una rassegna cinematografica, presentazioni di libri, iniziative particolari per i giovani e quattro incontri dedicati ai temi della Fede. Porteranno il loro contributo 151 relatori (di questi 46% donne e 25% di origine straniera), fra cui: l’Arcivescovo mons. Repole, il Vescovo di Asti mons. Marco Prastaro, i giornalisti Domenico Quirico e Nello Scavo, il parlamentare Andrea Giorgis, lo scrittore Paolo Rumiz e il monaco Enzo Bianchi, i registi Laura Curino e Gabriele Vacis, il presidente della Fondazione Migrantes Mons. Gian Carlo Perego.
Per l’intero programma clicca qui!

Il valore del grigio


La guerra rende bellicose anche le parole. O sei con noi, o sei contro di noi. O amico, o nemico. O bianco o nero. Ai primi dell’Ottocento il filosofo tedesco Hegel spiegò benissimo il grigio, così bene che è una delle pochissime cose di filosofia che ricordo dal mio liceo. Si chiama dialettica hegeliana: c’è una tesi, c’è una antitesi, e alla fine c’è una sintesi. E la sintesi, dice Hegel, è più forte di entrambe, perché le contiene entrambe. Il bianco è solo bianco, il nero è solo nero, il grigio è bianco e nero.
Il grigio non è una semplice somma è un superamento della contrapposizione violenta. È il colore della dialettica, è il colore del ragionamento, delle sfumature, è il colore del compromesso, della trattativa, e dunque, alla fine, è il vero colore della pace. Bandiera bianca significa: mi arrendo. Bandiera grigia significa: parliamone da pari a pari. Stasera sventolo bandiera grigia.
Michele Serra, Che tempo che fa, 15 maggio 2022

 

La preghiera


“Mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Gesù senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e allora come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole? E se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina”.
Papa Francesco, Gaudete et exsultate

Giornata internazionale della Famiglia


Venerdì 15 maggio ricorre la Giornata internazionale della Famiglia.
Il Forum Nazionale ha organizzato una diretta Facebook dalle ore 17,30 alle ore 19,30 condotta da Gigi De Palo, Presidente del Forum, con alcuni importanti ospiti:
Sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato
Card. Gualtiero Bassetti, Presidente Conferenza Episcopale Italiana
On. Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia
Prof. Giancarlo Blangiardo, Presidente Istat
Prof. Massimo Recalcati, Psicoanalista
Sono ospiti importanti, e crediamo valga la pena seguire l’evento.
Per questo vi invitiamo a condividere questa mail con i vostri amici.
Il link da usare è per vedere o rivedere l’evento è il seguente: https://www.facebook.com/forumfamiglie/videos/1379216458936017/

Il Forum Famiglie on-line


Il Forum nazionale delle associazioni familiari propone una serie di approfondimenti culturali, in diretta, sulla pagina Facebook del Forum.
Sono già stati realizzati alcuni approfondimenti con alcuni ospiti importanti:
Vincenzo Bassi, presidente della FAFCE (federazione europea famiglia cattoliche)
Alessandro Rosina, demografo
Giovanni Scifoni, attore
Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”
Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento Nello Spirito;
Andrea Monda, direttore de “L’Osservatore Romano”.
Per vederli basta cliccare sui loro nomi.
I prossimi approfondimenti si terranno:
Lunedì 30 Marzo alle ore 19,00, i sociologi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti;
Mercoledì 1° Aprile alle ore 19,00, l’economista Leonardo Becchetti;
Venerdì 3 Aprile, il critico d’arte Costantino D’Orazio.
Li potrete trovare sul canale Facebook de Forum https://www.facebook.com/forumfamiglie/
Buona visione!

Dieci anni di “avvoltoi”

Quando gli storici guarderanno indietro all’inizio del XXI secolo, scrive l’ultimo editoriale dell’Economist, due sono gli accadimenti che identificheranno come gli eventi sismici del nuovo millennio: il crollo delle Torri Gemelle nell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 e il crollo di Lehman Brothers, causato dalle bolle speculative dei mutui subprime il 15 settembre 2008.
Entrambi gli eventi si trascinano con un’estenuante coda di dolore fino ai nostri giorni, il primo in una sequenza di guerre inestinguibili, il secondo con le ingiustizie di una crisi finanziaria ed economica che ha cambiato il mondo. Possiamo dire di aver imparato qualche lezione da questi due shock che hanno globalizzato la violenza terroristica e le disuguaglianze, rispettivamente?
A scorrere le pagine dei giornali, si direbbe che l’umanità sia destinata a ripetere gli stessi errori. In 10 anni di sconquasso, i cittadini del pianeta hanno di certo imparato a proprie spese quale impatto la finanza possa avere sulla vita reale, sui diritti delle persone, sulle loro stesse vite. Qualche numero? Solo in America, 9 milioni di persone hanno perso la casa con la recessione scatenata dalle acrobazie finanziarie dei debitori privati – banche e speculatori vari. 8 milioni hanno perduto il lavoro. Quasi nessuno dei responsabili della crisi è stato condannato, mentre le banche sono state salvate con montagne di soldi pubblici.
Oltre 11 mila miliardi di dollari: è la cifra spesa dalle banche centrali di Europa, Usa e Giappone per immettere liquidità nei mercati. Risorse ingenti che purtroppo solo in minima parte hanno raggiunto l’economia reale. Per curare l’indebitamento, i governi sono stati costretti a politiche di austerità che hanno affossato crescita e sviluppo economico. E la dignità delle persone. Fortissimi i rimandi simbolici del caso Grecia. Lì, negli anni dell’austerità, le tasse sui ricchi furono aumentate del 9%, mentre quelle sul resto della popolazione del 337%. Un Paese ridotto alla shock economy.
Molte, ancora, le ferite aperte. Una, forse, non prevista: l’ascesa dei populismi rabbiosi che divampano intorno a noi. Precarizzazione del lavoro, ingiustizia sociale, paura di non farcela sono il terreno fertile in cui attecchire. Intanto, nuove crisi finanziarie si proiettano all’orizzonte. Sì, perché gli avvoltoi continuano a volare.
Nicoletta Dentico, Banca Popolare Etica
Fonte: Città Nuova, ottobre 2018

Gender, di che cosa stiamo parlando?


MARTEDI’ 29 MAGGIO alle 20.45 presso la Sala Conferenze del Centro Culturale Le Rose – Via Arnaldo da Brescia 22 – Torino si terrà un incontro sul tema “Gender, di che cosa stiamo parlando?”.
Intervengono Don Alessandro Marino, Facoltà di Teologia di Torino Nicolò Terminio, psicologo, psicoterapeuta, collaboratore di Punto Familia.

La parola gender suscita ormai una serie di reazioni controverse che scaturiscono innanzitutto dalla parte emotiva di ciascuno di noi. Soprattutto nei dibattiti pubblici c’è sempre un po’ di disagio ad affrontare il tema del gender perché si teme di scivolare in un atteggiamento troppo relativista e poco sicuro di sé o al contrario di trincerarsi dietro una posizione rigida che rischia di escludere l’altro. Purtroppo lo sfondo culturale (ed emotivo) che alimenta molte discussioni e polemiche sul gender trova ancoraggio in due atteggiamenti contrapposti: da un lato chi si sofferma sulla necessità di custodire le caratteristiche fondamentali dell’identità e dall’altro chi invece valorizza l’opportunità di considerare altre possibili caratteristiche dell’identità di ciascuno. Questa semplice contrapposizione, che in maniera generale racchiude gran parte delle posizioni presenti nei vari dibatti sull’argomento, è però frutto di una certa ignoranza delle dimensioni insite nella questione sollevata dal termine gender. Diventa allora importante fare un po’ di chiarezza per evitare la confusione che si può involontariamente generare sovrapponendo dei livelli di analisi che vanno invece distinti. Per esempio, in un ragionamento eticamente e scientificamente corretto è indispensabile partire dalla distinzione tra i seguenti termini: identità di genere, ruolo di genere, disforia di genere, orientamento sessuale e identità sessuale. Senza un preliminare chiarimento dell’ambito a cui ci si sta riferendo si rischia di sollevare un gran polverone confondendo le varie sfaccettature che compongono il capitolo su sesso, genere e orientamento sessuale. Il risultato complessivo, oltre all’ignoranza e alla confusione che viene generata da un discorso poco preciso, è quello di lasciare le persone con un certo senso d’angoscia per non aver capito di cosa doversi effettivamente preoccupare. E sì, il tema del gender sembra che debba essere affrontato sempre con una certa dose di preoccupazione altrimenti il sospetto è che la cosa si stia prendendo sottogamba. In realtà, proprio su questo argomento è necessario mantenere la lucidità della mente e del cuore per poter approfondire con sana curiosità gli snodi soggettivi e culturali che riguardano l’identità di ciascuno di noi.

Buon Natale!

In questa santa notte, mentre contempliamo il Bambino Gesù appena nato e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a riflettere.
Come accogliamo la tenerezza di Dio? Mi lascio raggiungere da Lui, mi lascio abbracciare, oppure gli impedisco di avvicinarsi? “Ma io cerco il Signore” – potremmo ribattere.
Tuttavia, la cosa più importante non è cercarlo, bensì lasciare che sia Lui a cercarmi, a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza.
Questa è la domanda che il Bambino ci pone con la sua sola presenza: permetto a Dio di volermi bene?
Associazione Spazio Genitori, Torino
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O Bambino di Betlemme,
tocca il cuore di quanti sono coinvolti
nella tratta di esseri umani,
affinché si rendano conto
della gravità di tale delitto contro l’umanità.
Volgi il tuo sguardo ai tanti bambini
che vengono rapiti, feriti e uccisi
nei conflitti armati,
e a quanti vengono trasformati in soldati,
derubati della loro infanzia.
Signore del cielo e della terra,
guarda a questo nostro pianeta,
che spesso la cupidigia e l’avidità degli uomini
sfrutta in modo indiscriminato.
Papa Francesco

Lavoro e famiglia

Per secoli i termini famiglia e lavoro hanno rappresentato le due facce della stessa medaglia.
L’attività produttiva, sia quella dei campi sia quella delle botteghe artigianali, ruotava attorno alla famiglia, tanto che tra moglie e marito si realizzava un’autentica intercambiabilità di funzioni sia pure con ruoli diversi.
L’avvento della Rivoluzione industriale muta radicalmente il quadro, introducendo per la prima volta quel principio di separazione tra luoghi di vita familiare e luoghi di vita lavorativa che rimarrà sostanzialmente immutato per oltre due secoli. L’accettazione supina di tale principio, applicato alla famiglia, ha avuto conseguenze nefaste.
La divisione del lavoro, propria della fabbrica, trasferita alla famiglia, porta al risultato che la moglie ‘si specializza’ nello svolgimento dei lavori domestici (perché dimostra di avere un vantaggio comparato rispetto al marito) e il marito ‘si specializza’ nel lavoro extradomestico.
La specializzazione delle funzioni finisce così con il vanificare il principio di complementarità tra uomo e donna.
Non solo, ma l’accoglimento del principio di separazione ha finito con l’avvalorare l’idea secondo cui la famiglia sarebbe il luogo del consumo, mentre l’impresa quello della produzione…
Stefano Zamagni, Avvenire, giovedì 27 luglio 2017
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