La madre


Quello che avete appena visto è un cortometraggio della RAI: siamo nel 1969 e si intitola “La la madre di Torino” ed è un episodio di cronaca accaduto nella città di Torino in quegli anni tra Corso Peschiera e Corso Francia. Un bambino gioca sul terrazzo di casa, la madre è occupata nelle sue faccende domestiche, Ad un certo punto il bambino si trova catapultato nel vuoto e sono le mani della madre che lo mantengono nella vita, che impediscono che il corpo del bambino precipiti nel vuoto.
Direi di cominciare da qui perché in fondo il primo volto della madre sono le sue mani.
Questa è una riflessione che troviamo anche in Freud che definisce la madre come il primo soccorritore, l’altro materno e l’altro che risponde al grido di aiuto del bambino, al grido della vita inerme della vita che rischia di cadere.
Non è solo una rappresentazione plastica della madre: è qualcosa di più.
Se ci pensate stiamo separando la figura della madre dalla figura biologica della genitrice. Mettere in risalto le mani della madre significa mettere in risalto la sua funzione simbolica e non tanto il suo corpo biologico…
Massimo Recalcati, RAI3, Lessico famigliare
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