L’organizzazione del lavoro e le imprese considerano ogni richiesta di adattamento dell’organizzazione del lavoro alle necessità famigliari una prova di scarso impegno e scarsa professionalità.
Part time reversibile, lavorare a distanza o fare orari diversi nel corso della settimana o del mese sono spesso considerati impossibili per principio.
A fronte di questa rigidità un po’ ottusa i lavoratori e le lavoratrici ricadono nella divisione del lavoro tra uomini e donne tradizionale, anche se un po’ aggiornata.
Gli uomini continuano a dedicarsi alla carriera, mentre le donne, se non abbandonano del tutto il lavoro professionale, spesso imboccano quello che anni fa qualche studiosa definì il “mommy track”, una traiettoria professionale laterale.
Ovviamente una disponibilità maggiore di servizi, orari e vacanze scolastiche non basati sulla presunzione che ci sia sempre qualcuno (una mamma) a casa, servizi di cura domiciliare per le persone non autosufficienti, sono uno strumento indispensabile per chi voglia conciliare lavoro professionale e responsabilità (ma anche relazioni) famigliari.
Così come è indispensabile che gli uomini smettano di delegare gran parte di queste responsabilità alle donne e di ritenere che la questione della conciliazione non li riguardi.
Chiara Saraceno, La Repubblica 24 settembre 2015
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