Sono la mamma di una ragazzina che si definisce trans.
La osservo e mi sembra che sia entrata a far parte di un nuovo club, la cui divisa prevede vestiti XL, per lo più neri, scarpe da ginnastica di 2 numeri più grandi e corpetti contenitivi che a mala pena permettono di respirare.
Alcune delle nostre figlie – ma succede anche ai ragazzi –, a un certo punto, sono state indotte a pensare che le loro difficoltà, le loro tristezze, le loro stranezze, o semplicemente il loro disagio per l’arrivo dell’adolescenza fossero chiari segnali del loro essere trans. Da quando si sono tagliate i capelli e si fanno chiamare dagli amici con un nome maschile credono davvero di essere maschi. Ma cosa succede se la realtà invece di farti da specchio, si adatta alla tua fantasia e alle tue illusioni? Ci cadi dentro, senza rete di sicurezza.
Ho paura che quando saranno passate la luna di miele e l’”euforia di genere”, quando i dubbi, i dolori e l’infelicità faranno capolino, la comunità che ha fatto il tifo per la sua transizione la butterà via come una ciambella senza buco. La comunità trans la scomunicherà, i medici che l’hanno operata non l’assisteranno, per non fare i conti con il proprio fallimento e la propria coscienza.
Ho paura che allora le rimarrò praticamente solo io, la sua mamma. E naturalmente ho paura che non le basterà.
Tratto da: https://www.generazioned.org/di-cosa-ho-paura/
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